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Mauro Corradini

Eraldo Di Vita

Grazia Chiesa

Luciano Spiazzi

Piera Piazza

Donat Conenna

Daniela D'Ortenzio

Mario Domenico Storari

Fulvio Castellani

  Luciano Spiazzi

Rumena, stabilitasi in cittā (Brescia) nel 1975, Elena Andreescu pur avendo perfezionato la sua cultura artistica all’Accademia di Brera non ha mai tagliato le radici con la sua terra d’origine.

Il quadro si fa icona, l’abitato un villaggio che esce dalla memoria, le immagini divengono simboli, la pittura si traduce in tensione ad un orizzonte che va oltre il quotidiano per esprimere la necessitā d’una conciliazione definitiva degli opposti che rendano precaria l’esistenza.

Un’esigenza d’assoluto che non č evasione, ma ricerca d’immagini non effimere, definizioni che discendono da ieraticitā bizantine che hanno attraversato i secoli per giungere sino a noi ancora colme di significati. Il pavone che č segno di risurrezione e di totalitā, il sole e la luna quali dualitā di giorno e notte, di bene e male, l’orologio che insinua la temporaneitā nella malinconia dei Pierrot chiusi nella loro solitudine, di questo e d’altro parlano gli esiti della Andreescu.

Arte come schermo su cui proiettare l’ansia di soluzioni sottratte al succedersi dei giorni e delle stagioni. Iconografia che va oltre il velo del reale per interpretare il nostro bisogno di ancorarci a termini di non fragile consistenza.

 
e-mail: andreescu@iol.it